Il trattamento precoce in ortodonzia

Trattamento precoce orto

Un trattamento ortodontico viene definito “precoce”, in quanto l’età di inizio cura è compresa tra i 5 e i 10 anni, quando sono ancora presenti alcuni denti da latte.
Fino a pochi decenni fa si aspettava che il paziente avesse completato la permuta dentale per cominciare il trattamento, quindi intorno ai 12 anni di età, causando così, in molti casi, un ulteriore aggravamento e peggioramento della malocclusione esistente.

Inoltre, a 12 anni, la crescita residua delle ossa mascellari è ormai giunta al suo completamento, per cui diminuiscono drammaticamente le possibilità di eseguire terapie volte al miglioramento dei rapporti tra le basi ossee e si rivela molto più difficile recuperare spazio in arcata per risolvere i problemi di affollamento.

A causa di queste difficoltà, nei casi trattati tardivamente, aumenta il ricorso alle estrazioni dei premolari permanenti o la necessità di sottoporsi ad un intervento chirurgico per la risoluzione del problema scheletrico.

Per ovviare a questi inconvenienti, la moderna ortodonzia si è rivolta al trattamento del bambino in una fase precoce del suo sviluppo, per evitare l’aggravamento della malocclusione esistente, migliorare in tal modo lo sviluppo del profilo del viso e scongiurare, nella quasi totalità dei casi, l’estrazione dei denti permanenti.

Il trattamento "tardivo", eseguito in fase di dentizione permanente, veniva completato in 3-4 anni.

I tempi di cura di un trattamento “precoce” sono più brevi, con la risoluzione del problema dentale e scheletrico in circa 18 mesi, dopo di che si instaura un periodo di osservazione a periodicità regolare (la fase di contenzione) per controllare la transizione della dentatura da mista a permanente.

In alcuni pazienti (circa il 5 %), al momento del completamento dell’eruzione dei permanenti si rende necessaria una seconda fase di terapia con apparecchio fisso per allineare i denti e rifinire l’occlusione nei dettagli. Questa seconda fase di solito è molto breve di durata inferiore ad un anno, proprio perché il problema scheletrico di fondo è gia stato trattato.

Dunque appare estremamente importante che l’ortodonzista esprima, con tutti i dati a sua disposizione ( attraverso lo studio della Cefalometria e delle previsioni di crescita), una diagnosi precisa del quadro scheletrico della malocclusione per poter attuare le terapie ottimali alla sua risoluzione.

Bibliografia

- Graber & Vanarsdall. "Ortodonzia. Principi e tecniche attuali" Ed. Piccin, 1998
- Ricketts. "Treatment of the young patient", Comunicazione Personale
- McNamara & Brudon. "Orthodontic and orthopedic treatment in the mixed dentition. Ann Arbor, Mich, 1993, Needham Press